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Biotecnologie: un settore fortemente connesso a fattori demografici
FIDArating:
Azionari Settoriali – Biotecnologia
Politica d’investimento
L’area medico-farmaceutica presenta grandi prospettive di crescita in quanto è fortemente connessa a fattori demografici quali l’aumento dell’età media della popolazione mondiale nonché la crescita della quota di popolazione che può ricorrere a cure mediche.
La tendenza è già in atto, prova ne è che nel 2018, in Europa, l’EMA (EuropeanMedicines Agency) ha rilasciato autorizzazioni per la commercializzazione di 84 nuovi farmaci mentre, in America, l’FDA (Food and Drugs Administration) per 59 per un totale complessivo di 143 contro i 138 dell’anno precedente.
All’interno del macro settore medico-farmaceutico, il settore delle biotecnologie è uno fra i più redditizi degli ultimi anni ma al contempo è anche uno dei più rischiosi.
Per biotecnologia si intende la scienza che utilizza organismi viventi allo scopo di produrre prodotti utili per l’uomo e per la natura. Pur essendo un ambito che comprende tecniche anche molto antiche, è negli ultimi anni che si è sviluppata enormemente occupando un spazio crescente nell’ambito del macro settore medico- farmaceutico.
Dal un punto di vista economico finanziario la valutazione delle società specializzate è spesso molto difficile in quanto il loro successo è fortemente legato al rilascio di brevetti ed autorizzazioni a seguito di un lungo iter di sperimentazione che può durare anche molti anni. Durante la fase di studio e sperimentazione sono necessari ingenti finanziamenti che talvolta vengono resi possibili da aumenti di capitale, finanziamenti pubblici o privati e supporti di grandi case farmaceutiche.
L’analisi dei fondamentali pertanto è poco indicativa poiché il valore delle aziende si basa soprattutto sulle prospettive più che su fatturato e redditività.
La necessità di analisi specifiche legate al monitoraggio dell’andamento dell’iter di ricerca e del numero di sponsor che riesce ad attrarre ogni singolo progetto, rende gli strumenti di risparmio gestito particolarmente adatti all’investimento in questo settore.
Il fondo Candriam Equities L Biotechnology (vai alla scheda del fondo su FondiDOC ) permette di investire in azioni di società di tutto il mondo collegate al settore delle biotecnologie, tramite una strategia bottom-up basata su approfondite ricerche di dati clinici, ponendosi un limite massimo del 10% nell’investimento in altri fondi. La gestione è attiva e si prefigge l’obiettivo di battere il NASDAQ Biotech Index. Considerato il basso numero di società attive nel settore la percentuale di patrimonio investita nelle singole aziende è abbastanza elevata, in media del 3/4%, e l’andamento del fondo è quindi fortemente legato all’andamento delle singole aziende.
Sulla base dei più recenti dati pubblicati dalla società emerge che, in coerenza con il benchmark dichiarato, l’esposizione prioritaria sono gli USA, e conseguentemente il dollaro, con circa un 10% distribuito tra Giappone ed Europa.
Analisi storica
Il fondo analizzato, quotato nell’aprile del 2000, ha sempre seguito i movimenti ampliamente oscillatori del suo settore di appartenenza e, come questo, nell’anno appena trascorso è stato caratterizzato da forte instabilità segnando un repentino ribasso nel mese di dicembre che ha portato le quotazioni a perdere il 9.05% in un mese. Dall’inizio dell’anno ad oggi, però, anche grazie a grandi acquisizioni strategiche all’interno del settore ed ad importanti scoperte scientifiche, le quotazioni sono ritornate su livelli di inizio dicembre in zona 550$.
Fonte: FidaWorkstation
Il lungo periodo è sempre stato caratterizzato da alti livelli di draw down, arrivati intorno al 40% nel 2007-2008, ma anche più recentemente a cavallo del 2015. A fronte di ritracciamenti così sostenuti i risultati in termini di rendimento sono però stati elevatissimi, oltre 500% negli ultimi 10 anni, più del doppio dei mercati azionari. La volatilità media parimenti si è mantenuta molto superiore a quella dei mercati azionari globali, circa il 20% rispetto al 12% ad esempio dell’indice FIDA FFI Azionari Globali Mercati Emergenti e Sviluppati.
Analisi competitiva
E’ soprattutto sugli orizzonti temporali lunghi che il Candriam Equities L Biotechnology occupa ottime posizioni rispetto ai competitor sia per quanto riguarda gli indicatori di rendimento che quelli di volatilità. Il prodotto, nonostante non si aggiudichi il massimo numero di corone (l’algoritmo infatti considera unicamente gli ultimi 3 anni), spicca infatti rispetto agli altri per gli ottimi rendimenti conseguiti nel lungo periodo a fronte di una volatilità che rientra nella media del settore.
Analizzando il rendimento della categoria FIDA di riferimento, si nota che, il fondo analizzato, sia a 10 che a 5 anni, abbia registrato rendimenti percentuali abbondantemente superiori ai competitors.
Infine, anche i costi sembrano essere competitivi, con la commissione di gestione, 1.50%, che si colloca tra le più basse della categoria.
Sintesi
Come emerso chiaramente sia dalle analisi quantitative, che dalle peculiarità del settore, investire nelle biotecnologie permette di effettuare un investimento ad alto potenziale, grazie alle ottime prospettive di crescita ed espansione, tuttavia, è anche molto rischioso.
L’investimento, infatti, è caratterizzato da una bassa correlazione con gli altri mercati ed è poco condizionato da tassi e previsioni economiche ma, è intensamente influenzato dalla politica economica che riguarda i prezzi dei farmaci (es. Obamacare).
Come specificato anche dalla documentazione ufficiale e dato un livello di rischio molto elevato (SRRI 6/7) è raccomandabile un orizzonte temporale di investimento particolarmente lungo ed un elevato grado sostenibilità delle perdite.
Il fondo, infine, può quindi essere utilmente inserito all’interno di un portafoglio ben diversificato per arricchire la sua componente settoriale.
Costi e struttura del comparto
Le principali classi distribuite in Italia sono tre: I, V e C.
La classe C, destinata ad investitori retail, è offerta in diverse versioni che si distinguono per la distribuzione dei proventi e per la copertura dal rischio di cambio. Tutte sono gravate da commissione massima di ingresso del 3.50%, che come noto dipende in maniera determinante dal distributore, e commissione di gestione pari all’1.50%.
Le classi I e V sono invece destinate agli investitori istituzionali e sono caratterizzate da commissioni di gestioni ridotte rispettivamente dello 0.60% e 0.45% e da una restrizione all’ingresso tramite un investimento minimo di capitale di 250.000€ per la classe I e 15.000.000€ per la classe V.
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