La dimensione ESG attraverso gli occhi di Rossana Brambilla e Michela Parente
______________________________________________________________________________
Nell’ambito dell’attribuzione del FIDA ESG rating, il Focus rappresenta uno spazio nel quale gli asset manager si raccontano e comunicano agli operatori del settore il loro approccio alla sostenibilità.
Questa raccolta di contenuti prosegue con l’intervista realizzata a Sella SGR, società di gestione del risparmio del gruppo Sella, che sin dal 1983 gioca un ruolo da protagonista sul panorama italiano e che oggi è tra i principali player della finanza sostenibile.
La società
Rossana Brambilla,
Head of Multi Asset, Multi Manager & Responsible Investing
FIDA: Qual è il livello della vocazione alle tematiche della sostenibilità e perchè?
SELLA: La finanza sostenibile è una parte essenziale del posizionamento e comportamento di Sella SGR. Consideriamo pertanto prioritario integrare i criteri ESG nei processi decisionali relativi agli investimenti effettuati nell’ambito della gestione di tutti i prodotti. Nel tempo infatti abbiamo sviluppato la consapevolezza che i rischi ESG rappresentano dei veri e propri rischi di investimento, da considerare parallelamente alle enormi opportunità offerte da questa transizione epocale.
FIDA: Quali sono le istituzioni cui fate riferimento, cui partecipate ed in che modo?
SELLA: Siamo soci del Forum per la Finanza Sostenibile, partecipiamo attivamente al Network Sostenibile di Assogestioni e aderiamo al “Codice Europeo sulla trasparenza degli Investimenti Socialmente Responsabili” promosso da EUROSIF. Il nostro provider ESG ufficiale è MSCI.
I temi della sostenibilità
FIDA: In tema di sostenibilità, così come è interpretata alla luce degli SDG delle Nazioni Unite, quali sono le tematiche ESG che considerate più importanti nella gestione aziendale e quali, in generale, nelle politiche di investimento?
SELLA: Riteniamo che i tre pilastri ESG siano ugualmente importanti sia nella gestione aziendale che nelle politiche di investimento. Oggi i regolatori sono molto concentrati sull’Ambiente, per questo vediamo una concentrazione su questo tema dei principali rischi aziendali, ma anche molte opportunità di investimento. La nostra attenzione su questo pilastro è particolarmente forte per i prodotti classificati come ex. art 8 e art 9 dell’SFDR. Anche l’aspetto sociale se mal gestito può essere una fonte di criticità e importanti controversie o, in generale, di un aumento dei costi diretti o indiretti. Nella nostra Politica di Sostenibilità prestiamo particolare attenzione al rispetto dei Diritti Umani e dei Diritti dei lavoratori. Una buona “corporate governance” è un ottimo presupposto perché un’azienda sia ben gestita.
Prodotti
Michela Parente,
Portfolio Manager Multi-Asset, Multi-Manager and Responsible Investing
FIDA: Facendo riferimento alla classificazione che si desume dal regolamento SFDR come avete collocato i vostri fondi e come intendete muovervi nel prossimo futuro?
SELLA: Sin dal 2015 con il lancio del fondo ad impatto “Investimenti Sostenibili”, Sella SGR ha incorporato nei suoi portafogli un approccio sempre più orientato ai principi di ESG. Con l’avvento dell’SFDR abbiamo sviluppato una Politica di Sostenibilità che copre l’intera gamma prodotti. La stessa si basa su quattro direttive: presenza di presidi organizzativi interni, monitoraggio dei rischi di sostenibilità anche attraverso l’attribuzione di un rating ESG a tutti i prodotti, Screening negativo e Screening positivo. Tutti i prodotti prevedono l’integrazione dei criteri ESG di base (perimetro art.6), mentre screening negativo e positivo vengono rafforzati per i prodotti ex art. 8 e ex art. 9 che rappresentano oggi circa il 25% dell’AUM.
Per il futuro, la nostra ambizione è di incrementare il numero di fondi che vanno ad integrare in profondità i fattori ESG nel processo decisionale, classificandoli articoli 8 e 9.
FIDA: Come pensate si evolverà il mercato?
SELLA: Abbiamo già visto l’impatto della SFDR sul settore, specialmente nella nuova generazione di prodotti e nella rapidità con cui i fondi sono stati riclassificati. Per il futuro, pensiamo che il paradigma degli investitori si sposterà chiaramente sui temi ESG, ma è importante porre attenzione sullo sviluppo della tassonomia e del reporting aziendale. Nonostante il forte impulso normativo, permane il bisogno di affinare la definizione di “fondo sostenibile”.
FIDA: Che impatto hanno secondo voi le novità normative in termini organizzativi e di costi sui prodotti?
SELLA: I requisiti di Disclosure ed organizzativi introdotti dalla normativa si rivelano sempre più complessi. Risulta, quindi, essenziale incrementare le competenze dell’intera organizzazione prevedendo corsi di formazione specifici. Per quanto ci riguarda oltre alla formazione negli ultimi anni abbiamo integrato nei nostri processi le informazioni ESG provenienti dal provider MSCI. Nonostante ciò, il costo dei prodotti sostenibili non ha subito revisioni.
Politiche di investimento
FIDA: Quali sono le modalità di integrazione dei temi ESG nelle vostre politiche di investimento?
SELLA: L’integrazione delle variabili ESG ha l’obiettivo di proteggere i portafogli dai rischi di sostenibilità e al contempo, di identificare le migliori opportunità di investimento. Essa si sostanzia in screening negativi, positivi e monitoraggio ESG.
Tra gli screening negativi, abbiamo stabilito di escludere emittenti operanti nei settori della produzione di armamenti non convenzionali, quali armi atomiche, esposti al gioco d’azzardo per una parte non residuale del fatturato, che non garantiscono il rispetto dei diritti umani e dei lavoratori o che fanno uso sistematico della corruzione nella gestione del business. Inoltre, per gli emittenti governativi e per gli OICR ed ETF di terzi è prevista una esclusione per i rating MSCI CCC.
Per i prodotti ex. art 8 e 9, oltre alle disposizioni ESG valide per tutti i prodotti, sono previsti screening negativi rafforzati ed, inoltre, screening positivi atti a identificare le società con una elevata vocazione sostenibile o che offrono soluzioni sostenibili. Per i prodotti ex. art 9, gli screening positivi hanno l’obiettivo rispettare i requisiti di intenzionalità e misurabilità.
I nostri fondi “Sostenibili” hanno un rating ESG maggiore del benchmark di riferimento.
FIDA: Sulla base della vostra esperienza quali ritenete che siano gli elementi fondamentali per realizzare politiche efficaci in tema di sostenibilità?
SELLA: Sulla base della nostra esperienza, è essenziale disporre di un framework che tenga conto dei tre pilastri ESG. Infatti, la considerazione dei soli aspetti sociali o ambientali potrebbe causare errori di valutazione se le analisi non tengono conto della visione strategica aziendale e della struttura di governo societario.
FIDA: L’integrazione dei rischi ESG nei portafogli ha secondo voi influito positivamente sul rischio o sul rendimento complessivo ed in che modo?
SELLA: I portafogli con un punteggio ESG più elevato tendono ad avere una volatilità inferiore e sicuramente migliori risultati corretti per il rischio. Nella fase del crollo dei mercati del 2020, ad esempio, i fondi ed ETF azionari ESG si sono rivelati più resilienti rispetto ai corrispettivi tradizionali, grazie alla migliore qualità delle aziende investite e alla composizione settoriale o tematica.
FIDA ha esteso la propria attività di rating del risparmio gestito nel campo della sostenibilità con un sistema di valutazione proprietario che ruota intorno a specifiche survey periodiche.
Le società di gestione e gli asset manager forniscono direttamente informazioni qualitative e quantitative finalizzate a far comprendere l’approccio alle tematiche ESG in maniera completa. I dati raccolti contribuiscono a definire il grado di sostenibilità previsto dal processo di investimento delle società di gestione e, combinati con le analisi dei portafogli dei fondi, quello dei prodotti gestiti.
Ad integrazione della valutazione quantitativa che culmina con l’attribuzione del FIDA ESG rating, il Focus rappresenta uno spazio nel quale le società si raccontano e sono stimolate dagli analisti a chiarire i temi centrali della vocazione alla sostenibilità.