Concluse le analisi sul 2022
La redazione dell’annuario sul risparmio gestito ha permesso di individuare interessanti dinamiche e fenomeni difficilmente apprezzabili con il focus sul breve periodo.
In particolare, gli indici FIDA FFI (FIDA Fund Index) – costruiti catturando la performance giornaliera di fondi comuni autorizzati alla vendita ad investitori retail sul mercato italiano aventi politiche di investimento sovrapponibili – consentono di delineare le tendenze di un mercato sempre più ampio ed articolato, e pertanto complesso e ricco di “rumore”. Inoltre, utilizzando come dato grezzo il nav dei fondi, già al netto delle principali voci di costo, gli indici costruiti sono pienamente rappresentativi del rendimento reale recepito dagli investitori.
Dalla lettura congiunta delle principali metriche di rischio e rendimento su diversi orizzonti temporali si possono quindi agilmente cogliere e distinguere eventi estemporanei da trend e mode di più ampio respiro.
Il 2022 passa alla storia come un anno di rottura, indubbiamente difficile sia per l’economia reale che per i mercati, segnato dall’inizio di un conflitto armato nel cuore del continente europeo determinante nel ridisegnare – o consolidare – nuove alleanze, dinamiche commerciali ed equilibri geo-politici. Sul piano dei mercati finanziari l’impatto è stato importante ed ha comportato un’esplosione di volatilità – superiore a quanto registrato con il diffondersi della pandemia nei primi mesi del 2020 –, crolli diffusi e tensioni su particolari asset, soprattutto energetici.
Il rumore generato ha in parte coperto le vibrazioni di un fenomeno nato già nel 2020/2021 e che nel 2022 si è solo conclamato: un’impennata del costo della vita, raccontato da indicatori macroeconomici sull’inflazione che hanno raggiunto e superato il 10% su base annuale in quasi tutto il mondo. Il tema è diventato di dominio pubblico – con un certo e comprensibile ritardo – quando il conflitto ha inasprito il mercato del gas naturale, con conseguenze tangibili e dolorose sulle famiglie. Inizialmente definito come un fenomeno temporaneo ed estemporaneo da attribuire alla ripresa dei consumi post lockdown, nel corso dell’anno le ripetute conferme hanno spinto le banche centrali ad attuare in modo rigoroso un piano di rialzi dei tassi ufficiali di riferimento, che – tra i vari risvolti – ha restituito un’immagine rinnovata agli asset obbligazionari.
Con rintracciamenti tanto intensi e sparsi, difficile pensare che un portafoglio, anche ben diversificato, possa aver retto i tumulti dei mercati senza particolari scossoni: ex-post, la migliore delle strategie si è rivelata essere la liquidazione degli attivi in attesa di un recupero, che in queste prime settimane di 2023 potrebbe essere sul punto di concretizzarsi.
In uno scenario tanto apocalittico, non sono però mancate le occasioni di profitto, anche rilevanti: occasioni legate principalmente ad asset caratterizzati da elevate volatilità o in contrasto con quell’approccio virtuoso che la normativa europea cerca di promuovere, e pertanto non appannaggio di tutti.
Il grande protagonista di questo periodo è la Turchia, un mercato oggi florido rappresentato da un indice – l’Istanbul National 100 – che nel 2022 ha registrato un brillante +195% in valuta, triplicando di fatto il suo valore; l’indice di categoria comparabile, il FIDA FFI Azionari Turchia, nello stesso periodo registra il +125% in euro, che sconta già il contemporaneo deprezzamento della lira turca del 32%. Rendimenti record che confermano un trend di medio periodo: nel triennio precedente (dal 2019 al 2021) i rendimenti annuali sono compresi tra il +25% ed il +30%), a fronte di volatilità ovviamente non trascurabili. Come esposto nell’Annuario – disponibile per il download in fondo alla pagina – il migliore fondo comune di investimento per rendimento nel 2022 è proprio focalizzato sul mercato turco: si tratta del HSBC GIF Turkey Equity, che con la classe riservata agli investitori istituzionali registra un allungo del 145%.
Un altro tema di grande interesse è rappresentato dai titoli azionari energetici di tipo tradizionale, che dominano il ranking degli indici FIDA settoriali con un brillante +32%, in controtendenza con l’impostazione di medio-lungo periodo che li vedeva sopraffatti dal rally delle energie alternative.
L’overview sulle categorie obbligazionarie disegna uno scenario anch’esso critico, ma chiaro: il duro rialzo dei tassi operato dalla Fed (dallo 0.25% al 4.5% di metà dicembre), più intenso di quello della BCE (da tassi a zero fino al 2.5%) ha contribuito a rafforzare il dollaro del 6.25% circa: i Monetari Dollaro Usa sono la categoria più performante tra quelle di debito, a +7%. Le categorie in attivo sono poche, ma la loro distribuzione evidenzia senza dubbi l’overperformance delle duration brevi e brevissime, idonee a cogliere l’aumento del costo del denaro.
Il documento, oltre alle statistiche di sistema che descrivono l’universo di riferimento, presenta classifiche ed analisi su categorie omogenee e strumenti. L’obiettivo è sintetizzare i fenomeni caratterizzati l’anno 2022 sul mercato del risparmio gestito, individuando i best in class (secondo la metrica del rendimento annuale) rivolgendosi sia agli investitori retail che agli istituzionali.