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Uno strumento per investire nel mercato immobiliare del futuro
FIDArating:
Politica d’investimento
Effettuando un’analisi all’interno della categoria FIDA “Azionari Settoriali – Immobiliare (Asia Pacifico)” è emerso il fondo Fidelity Asia Pacific Property Y $ (vai alla scheda del fondo su FondiDOC ). Il comparto investe almeno il 70% in azioni di società operanti principalmente nel settore immobiliare nella regione Asia-Pacifico (comprese Australia, Giappone e Nuova Zelanda) e in altre attività di natura immobiliare nella stessa regione.
Lo scopo denunciato dai gestori è la crescita del capitale nel lungo termine effettuata tramite investimenti diretti nel capitale delle società selezionate oppure attraverso l’impiego di strumenti derivati.
Il fondo è quotato in dollari, ma investendo nel continente asiatico è esposto all’oscillazione delle valute dei Paesi nel quale è presente, in particolare yen giapponese, dollaro di Hong Kong, dollaro australiano e dollaro di Singapore.
Analisi storica
Il mercato azionario globale e quello legato al settore immobiliare hanno da sempre un andamento molto simile; il mercato immobiliare è noto per la sua pro ciclicità e di conseguenza le aziende che operano in esso seguono molto gli sviluppi dell’economia reale. Dopo la crisi sub-prime il mercato immobiliare globale ha stagnato per qualche anno ed in alcune zone come il nostro Paese accenna solo ora a riprendersi.
Le aziende operanti nel settore, soprattutto negli Stati Uniti e in Asia hanno però saputo riprendersi molto velocemente cambiando anche i loro modelli di business.
Il mercato immobiliare asiatico ha maturato una crescita stabile in questi anni post-crisi con picchi molto elevati in città come Hong Kong, Singapore, Shanghai, Sidney e Jakarta, ma non solo. Stando ai report più recenti il real estate market asiatico promette di regalare solidi ritorni sugli investimenti grazie anche alle nuove forme di business che si vanno delineando ed al cambiamento delle preferenze dei consumatori (aziende e risparmiatori), considerando anche che vi potranno essere degli spostamenti di capitali provenienti dagli altri continenti che stanno vedendo diminuire le possibilità di prendere a prestito denaro a tassi molto bassi.
In questo contesto il comparto analizzato ha saputo garantire un rendimento annualizzato del 7.30% in dieci anni. La volatilità dello stesso è stata del 15% circa sullo stesso periodo, che è del tutto simile a quella riscontrabile sui mercati azionari globali.
Guardando poi ai dati relativi all’ultimo anno il fondo ha incrementato decisamente le sue performance al netto del rischio, ciò è dimostrato dagli indici di Sharpe (2.34) e di Sortino (8.85).
Analisi competitiva
Se confrontato con i suoi competitors, il fondo Fidelity risulta decisamente il migliore della categoria sotto tutti gli aspetti e su tutti gli orizzonti temporali, fatta eccezione per la volatilità a 3 anni (fonte FIDAworkstation Plus, provala gratuitamente!). Il comparto è sempre stato molto performante, tant’è vero che si è sempre posizionato ai primi posti per rendimento e rischio sia nel breve, che nel medio ed anche nel lungo periodo.
Solamente negli ultimi tempi (da inizio anno e nel mese corrente) il fondo azionario ha reso leggermente meno rispetto ai suoi concorrenti ma ha comunque battuto l’indice di categoria FIDA.
Giudizio
Come già ribadito si tratta di un fondo molto promettente, il migliore della sua categoria con il massimo rating FIDA. Ciononostante, va tenuto in considerazione che si tratta di un fondo azionario che investe in un settore specifico e che quindi, oltre ai rischi tipici dell’asset azionario, ingloba anche un rischio di concentrazione del portafoglio. Questo rischio è preso in considerazione dall’indicatore sintetico di rischio indicato nel KIID che è 5.
Alla luce di quanto detto sopra e nei paragrafi precedenti, un investimento in questo comparto non è adatto a tutti i risparmiatori per svariati motivi, tra cui: il versamento minimo iniziale (che verrà trattato
nel paragrafo successivo), l’esposizione ad uno specifico settore ed ad una specifica area geografica, la volatilità tipica dell’asset azionario, il rischio valutario legato soprattutto alle economie emergenti.
L’investitore ideale per questo strumento è un soggetto con buone conoscenze finanziarie, un portafoglio azionario già ben diversificato ed una discreta propensione al rischio. Inoltre, gli stessi gestori nel prospetto sconsigliano l’investimento nello strumento finanziario a chi non voglia detenere le quote per almeno 5 anni.
Costi e struttura del comparto
La classe Y di questo comparto prevede da prospetto un investimento minimo iniziale di 2.500 dollari ed investimenti successivi di almeno 1000 dollari. Essa è disponibile anche per gli investitori retail.
Non vi sono commissioni di sottoscrizione e di uscita, mentre la commissione di gestione indicata da prospetto è pari allo 0.8%, prelevata annualmente. Le spese correnti ammontano al 1.10% e comprendono sia la commissione di gestione che le altre spese necessarie a coprire i costi della SICAV.
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