Tecnologie in calo, metalli preziosi in vetta
Il panorama finanziario globale di marzo 2025 si presenta come un affresco segnato da contrasti marcati, che raccontano di un mercato in pieno rimescolamento strategico, attraversato da turbolenze settoriali e tensioni geografiche che costringono investitori e gestori a un ripensamento profondo delle scelte allocative.
Il segnale più evidente proviene dalla netta biforcazione tra tecnologia e metalli preziosi. Mentre i settori legati all’hi-tech, un tempo protagonisti indiscussi, mostrano evidenti segni di cedimento – con flessioni mensili superiori all’11% e un trend annuale che consolida la debolezza strutturale – i metalli preziosi emergono come nuova ancora di stabilità. Oro e affini registrano performance a doppia cifra (+12% nella versione EUR Hedged), delineando un ritorno d’interesse verso asset tangibili, riflesso di una rinnovata avversione al rischio in un contesto macro incerto.
La geografia, poi, accentua ulteriormente la polarizzazione. Gli Stati Uniti guidano il declino occidentale con un calo mensile vicino al 10%, mentre l’Eurozona, pur soffrendo, limita le perdite e conserva un margine positivo annuale. Sul versante opposto, India e America Latina offrono segnali di tenuta, soprattutto quest’ultima, che si distingue per una crescita annua dell’8%, rendendola l’area più solida nel lungo termine. Caso emblematico Taiwan, che accusa la maggiore flessione, pagando probabilmente lo scotto della sua esposizione tecnologica e del contesto geopolitico teso.
Il comparto obbligazionario, da cui ci si attenderebbe una funzione difensiva, si rivela invece inefficace: sia l’Investment Grade globale sia le emissioni USA ed europee registrano perdite consistenti. Sul fronte valutario, si osserva una rimarchevole rivalutazione dell’Euro, soprattutto contro valute emergenti e il Dollaro USA, a eccezione delle divise scandinave, dove l’Euro perde terreno.
Di fronte a questo scenario complesso, l’analisi delle forze relative si conferma uno strumento imprescindibile: consente di superare la lettura statica del rendimento assoluto, per cogliere invece rotazioni settoriali e tendenze di medio-lungo periodo. Non è un caso se i settori anticiclici iniziano a primeggiare, segnalando una transizione in atto negli equilibri del mercato.
In definitiva, marzo 2025 non è un mese come gli altri, ma un potenziale spartiacque. Il riposizionamento del capitale dai titoli growth a quelli rifugio, la fragilità dell’obbligazionario e la divergenza tra mercati emergenti e sviluppati delineano un contesto in cui l’intelligenza allocativa si misura non tanto nella reazione, quanto nella capacità di leggere i segnali deboli che anticipano le fratture. E in questo, l’analisi delle forze relative può fare la differenza.