Cosa fare tra investire in Btp e fondi obbligazionari governativi? Strategie vincenti per sfruttare l’inflazione, diversificare il portafoglio e massimizzare i rendimenti
In un recente contributo abbiamo descritto come l‘inflazione dell’ultimo triennio e le risposte delle banche centrali abbiano riacceso l’interesse per i titoli di Stato, considerati sicuri, con un rischio di default molto basso.
I vantaggi e i rischi dei Btp per i risparmiatori retail
Il Tesoro offre una varietà di titoli di Stato con diverse durate e tipi di tasso.
Investire in Btp può risultare vantaggioso per i risparmiatori retail, ma la mancanza di diversificazione rappresenta una criticità da gestire.
Le possibilità di miglioramento del profilo di rischio-rendimento di un portafoglio sono concrete; tuttavia, una diversificazione efficace è difficile senza strumenti di risparmio gestito.
Fondi obbligazionari: come diversificare il portafoglio
L’industria dei fondi ha creato molti comparti focalizzati sulle emissioni governative per coprire varie strategie di investimento. L’analisi dei dati e l’esperienza di un team qualificato sono cruciali per comprendere il mercato, cogliere le migliori occasioni – soprattutto in tema di timing – e strutturare portafogli efficaci in termini di duration, ritorni e solidità.
Investire nel debito pubblico con i fondi: i numeri chiave
Ma come investire nel debito pubblico attraverso i fondi? Tra gli oltre 21000 Isin disponibili alla clientela retail italiana, quasi il 30% (poco più di 6000) ha carattere obbligazionario.
Tra questi, i prodotti con focus su emittenti governativi non raggiungono il 10%. Si tratta di quasi 600 classi, che fanno capo a circa 220 diversi comparti gestiti da un’ottantina di asset manager.
La crescita e l’evoluzione dei fondi governativi negli ultimi 40 anni
I primi prodotti sono stati lanciati nel 1984 e vantano una storia quarantennale. Da allora l’offerta si è ampliata notevolmente con un’accelerata tra il 2005 ed il 2015, decennio durante il quale sono nati circa la metà dei comparti oggi disponibili. Nell’ultimo decennio invece il ritmo dei lanci ha subito una notevole flessione, con uno spike nel 2023.
Oltre la metà dei fondi presi in esame riporta un indicatore sintetico di rischio pari a 3, un livello medio, mentre il 20% si colloca sul livello 2 su 7.
I costi dei fondi governativi: analisi del piano commissionale
Sul piano commissionale, i prodotti governativi sono tra i più economici. I costi correnti si attestano in media a 1,17%, ma la mediana si colloca a 1,10%. Su tutte le voci di costo sono evidenti diversi punti base di sconto rispetto ai prodotti corporate.
La diversificazione settoriale dei fondi governativi
Secondo il sistema di classificazioe Fida, i prodotti sono collocati su 35 diverse categorie, molte delle quali sono caratterizzate da specifiche esposizioni valutarie. Dal punto di vista geografico, i mercati area Emu sono i maggiormente rappresentati (32%) ma sono seguiti a stretto giro dai mercati emergenti (25%) e dagli Usa.
ll profilo di rischio dei fondi obbligazionari governativi: una valutazione delle performance
Dal punto di vista quantitativo, gli indici di Sharpe e Sortino risultano quasi sempre negativi su orizzonti temporali di medio-lungo periodo, ma è evidente un netto miglioramento nell’ultimo anno, dove l’incidenza dei valori negativi scende sotto il 40%. Il miglioramento del profilo di rischio è evidente anche dall’analisi del massimo drawdown: il rapporto tra media e mediana evidenzia come le perdite massime, per i periodi più recenti, siano da considerarsi outliers.
Sul piano delle performance, nell’attuale congiuntura di mercato si individuano alcuni fattori vincenti: le strategie target data, le duration più contenute e l’esposizione ai mercati emergenti sono i principali
Fondi obbligazionari vs Btp: quali differenze emergono?
Tuttavia dall’analisi dell’offerta sui prodotti obbligazionari governativi emerge come questi non siano, in media, sovrapponibili all’acquisto di Btp o altri titoli italiani.
Si tratta perlopiù di prodotti che abbracciano politiche di investimento molto più ampie e diversificate, volte a cogliere opportunità che presentano beta di mercato maggiori, che traggono la ragione di esistere o nella volontà di porsi come prodotti core per la componente obbligazionaria di portafoglio oppure per perseguire specifiche strategie di investimento.
Esiste però un esiguo numero di comparti specializzati sul debito pubblico italiano. Sono 7 fondi, disponibili in 18 classi complessive che vedono come protagonisti 5 diversi asset manager. Si tratta di prodotti mediamente più costosi, ma che vantano indici di Sharpe e Sortino ottimamente posizionati rispetto al paniere di riferimento. Anima è il gestore che propone ben tre comparti, caratterizzati inoltre dalla maggiore diversificazione di portafoglio: si considera la numerosità dei titoli in portafoglio, l’incidenza massima degli stessi e la diversificazione per duration.
Monica F. Zerbinati
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