I PIR (Piani Individuali di Risparmio) sono lo strumento introdotto dal legislatore che permette agli investitori privati di ottenere un’agevolazione fiscale a fronte di investimenti di medio-lungo termine nel sistema economico italiano. La misura è simile ad altre già attive in diversi altri Paesi europei e, oltre a rappresentare un’opportunità importante per gli investitori, è al centro dell’attenzione dei professionisti del risparmio.
Solamente nel 2017, i fondi Pir hanno raccolto capitale, poi dirottato principalmente verso le Pmi, per 11 miliardi di euro, andando ben oltre le stime iniziali del Ministero delle Finanze.
La normativa prevede che le persone fisiche possano godere di due vantaggi fiscali:
- L’esenzione totale dalla tassazione sui redditi finanziari.
- L’esenzione dall’imposta di successione.
Le principali condizioni per ottenere tali vantaggi riguardano la composizione di portafoglio e il periodo di possesso:
- Almeno il 70% degli investimenti devono essere “qualificati” cioè rispettare determinate condizioni: titoli di tipo azionario od obbligazionario, emessi da imprese italiane ovvero europee (UE o SEE) ma con stabile organizzazione in Italia. A partire dal 1° gennaio 2018, gli investimenti ammessi ai Pir si estendono anche agli strumenti finanziari emessi da imprese che svolgono attività immobiliare, che erano state, in un primo momento, escluse.
- Il 30% delle imprese in cui il fondo decide di investire non deve appartenere al FTSE MIB.
- I titoli in oggetto devono essere detenuti per un periodo minimo di 5 anni.
La legge pone poi il limite quantitativo di 30.000 euro annuali per un ammontare massimo complessivo di 150.000 euro.
Le modalità di realizzazione dei PIR sono molteplici tra i quali spicca l’acquisto di prodotti di risparmio gestito “PIR Compliant” che stanno infatti ottenendo un ottimo successo commerciale e si propongono come principale approdo dei risparmiatori che vogliono cogliere questa opportunità.
L’investimento in PIR è certamente interessante ma è importante non trascurare alcuni aspetti:
- Rappresenta un investimento concentrato tendenzialmente sull’Italia che sarebbe opportuno abbinare a scelte differenti per garantire la diversificazione del portafoglio.
- I benefici sono legati alla detenzione per 5 anni quindi potrebbero essere nulli se fosse necessario il disinvestimento per necessità economiche o per scelta di opportunità. E’ uno strumento quindi adatto per destinarvi risorse economiche delle quali molto difficilmente si avrà bisogno e con le quali si vogliano fare scelte di investimento stabili nel lungo termine.
- Il vantaggio fiscale è naturalmente fruibile solo se nei 5 anni di detenzione si sia ottenuto un guadagno, eventualità non certa in considerazione della volatilità dei mercati e dell’incertezza generale dovuta ai mutamenti di scenario sempre più frequenti e repentini.
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