Sul piano settoriale il protagonista è nuovamente il real estate, in luglio con l’Europa (+5,7%), mentre da inizio anno con gli Usa (+29%). Ancora in rally le risorse idriche. Bene anche l’It. Emerge inoltre un rimbalzo dei metalli preziosi. Giù i socialmente responsabili e le energie tradizionali
Con luglio si configura un lieve peggioramento degli asset azionari e un miglioramento, invece, degli obbligazionari. La classifica dei principali indici azionari vede come protagonisti Helsinki (+ 5,27%), Stoccolma (+4,71%) e Amsterdam (+3,40%). In testa troviamo in generale le piazze europee, soprattutto dei Paesi nordici, mentre l’Europa mediterranea segue a breve distanza.
Nella prima parte dei ranking troviamo anche gli Usa, grazie perlopiù ai titoli tecnologici. Sul fondo delle classifiche troviamo invece i listini asiatici, con performance anche pesantemente negative, come ad esempio Hong Kong in flessione del 10% circa.
L’euro è complessivamente in rafforzamento, se si considera il numero di valute, ma flette rispetto alle più importanti.
Con riferimento agli strumenti del risparmio gestito, il mese dovrebbe aver portato benefici, contenuti ma piacevoli, per i portafogli bilanciati, moderatamente difensivi e ben diversificati.
Tra i comparti a specializzazione geografica colpiscono gli azionari Turchia (+6%) che però rimangono in rosso sull’anno corrente (-10%).
Tra i mercati occidentali sono le società growth a rappresentare un elemento di successo, le value invece per l’Asia. Differenze anche per quanto riguarda le dimensioni delle società: in Europa corrono le mid e small, negli Usa le large.
Sul piano settoriale il protagonista è nuovamente il real estate, in luglio con l’Europa (+5,7%) mentre da inizio anno con gli Usa (+29%). Ancora in rally le risorse idriche (+5,43% a luglio, +22,50% ytd). Bene anche l’It. Emerge inoltre un rimbalzo dei metalli preziosi, che nel mese precedente risultavano invece in flessione e che rimangono in rosso dall’inizio dell’anno. Giù i socialmente responsabili e le energie tradizionali, pur ben impostati nel medio termine.
Quelli focalizzati sui Gilt risultano i più performanti tra i comparti obbligazionari, con risultati che arrivano al 3,56%. È possibile che a sostenere l’asset abbiano contribuito le parole del governatore della BoE, il quale considera di natura temporanea le attuali prospettive inflazionistiche sostiene inoltre che la crescita, una volta concretizzato il recupero post-pandemia, dovrebbe poi mantenersi sobria. Ancora, il governatore individua nel ritardo della ripresa della domanda rispetto all’offerta la causa principale dell’inflazione. Che si condividano o meno, le affermazioni di Carney allontanano i timori di un rialzo dei tassi nel Regno Unito.
Complessivamente gli allunghi più sostanziosi sono ottenuti dai bond dell’area Euro, seguiti dagli Usa. Bene inflation linked, ancora, e le duration elevate. Coerentemente con la lieve contrazione dell’equity gli investment grade sovraperformano gli high yield.
Monica F. Zerbinati
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