La De’Longhi S.p.a. è un’azienda italiana con oltre 100 anni di storia che ha operato inizialmente nel settore della climatizzazione e del riscaldamento per poi espandersi fino ad includere nel portafoglio prodotti diverse apparecchiature domestiche. L’azienda con sede a Treviso si è sviluppata negli anni grazie all’acquisizione del marchio britannico Kenwood e dei diritti sugli elettrodomestici per la cucina e la cura della casa di Braun. Oggi è quotata alla Borsa di Milano nell’índice FTSE Italia Mid Cap ed è presente in Europa da dove proviene il 67% del fatturato, Usa, Asia, Medio Oriente, India e Africa.
Per molti anni l’andamento del titolo è stato caratterizzato da un forte movimento rialzista, fino al raggiungimento del massimo storico a 30 euro circa nel giugno 2017. Tuttavia la diminuzione della pressione dei compratori ha generato una pausa del trend in atto seguita da una successiva inversione di rotta. Infatti, il prezzo del titolo ha pian piano perso valore per poi oscillare a lungo intorno ai 24/25 euro.
Da aprile 2019, in scia con l’annuncio di Trump di imporre dazi aggiuntivi sulla Cina da cui De’Longhi importa i propri prodotti, gli orsi hanno avuto la meglio dando avvio ad un deciso ribasso che ha causato in soli due mesi una performance negativa del 32,5%. Tale trend discendente si è arrestato in area 17,5 da cui inizialmente è partito un rimbalzo seguito però da una immediata ripresa del trend che ha riportato i prezzi in prossimità del supporto.
Il primo segnale di proseguimento del movimento ribassista di fondo è fornito dalla rottura del suddetto supporto in area 17,5 euro, che aprirebbe lo scenario per un’ulteriore estensione al ribasso. Infatti il primo target è situato a 16,3 euro circa. Raggiunto il primo obiettivo di prezzo il corso del titolo avrebbe spazio fino al raggiungimento del supporto in area 14,7 euro. In tale contesto è inoltre importante monitorare l’andamento della guerra commerciale Usa-Cina a seguito dell’incontro tra i 2 leader al G20 di fine mese.
Nel caso in cui dovesse verificarsi un secondo rimbalzo sul supporto in questione si potrebbe ipotizzare la configurazione di un doppio minimo, con la possibilità di invertire il trend attuale. La prima resistenza è posta approssimativamente a 18,5 euro, la cui violazione definirebbe la formazione della figura d’inversione. I prezzi potrebbero poi tornare ai livelli di fine 2018 nell’area dei 21,5 euro.
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