Ferrari
L’inaspettata sostituzione di Marchionne al vertice della galassia FCA e Ferrari ha colpito come un fulmine a ciel sereno durante il week end appena trascorso. Il cambiamento improvviso ai vertici aziendali ha provocato un crollo di tutti i titoli del gruppo appena i mercati hanno riaperto ieri mattina.
Il titolo che più ha sofferto l’addio del suo CEO è stato proprio quello del cavallino che, alla riapertura dei mercati, a fatto registrare un – 4.8% .
L’andamento del titolo in borsa negli ultimi anni ha avuto un andamento contrario ai risultati sportivi ottenuti sui circuiti del mondiale, infatti se in pista fatica e non vince da dieci anni, in borsa è tra le protagoniste assolute: dalla quotazione avvenuta nel 2016 il titolo ha più che triplicato il suo valore.
Graficamente vediamo il titolo sostenuto da un trend crescente di lungo periodo che perdura da quasi due anni. A partire dalla metà del mese di giugno, dopo aver fatto registrare i nuovi massimi storici a 129.5, il titolo ha però rallentato la sua corsa con un rintracciamento che l’ha portato a testare il supporto posto in area 114, da cui è partito un rimbalzo di breve periodo arrestatosi poco sotto i massimi storici.
Dopo aver annullato il tentativo di rimbalzo il titolo, nella giornata di ieri, ha rotto il supporto posto in area 115 e si dirige ora verso la trend line di lungo periodo che transita in area 107. Si potrebbe quindi attuare una strategia sell down alla rottura del supporto statico a 109 con primo target l’area 106.50, con questo movimento si andrebbe anche a chiudere il gap up formatosi ad inizio maggio.
In alternativa si potrebbe attuare una strategia di tipo buy area attendendo la chiusura del gap up sopra esposto con un primo target a quota 116 in corrispondenza dei massimi di fine maggio e un secondo sui massimi storici.
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