Concluse le analisi sui dati di fine aprile 2022
I mercati si muovono in controtendenza rispetto al mese precedente: nell’ultimo periodo, infatti, sono gli asset azionari a registrare perdite diffuse, mentre gli obbligazionari evidenziano qualche miglioramento.
In generale, il ranking degli indici FIDA è da leggere alla luce di importanti movimenti registrati sul Forex: nel periodo considerato, infatti, l’Euro flette del 5% circa contro dollaro Usa, con riflessi determinanti su classi e categorie coperte in valuta.
Il 16% delle categorie azionarie a specializzazione geografica è in attivo (contro il 57% di marzo). Il rendimento medio è del -1,6%, con una dispersione dei rendimenti che scende sotto il 3,5%. In testa troviamo la Turchia (+15%), l’Indonesia (+10%), e l’Africa e Medio Oriente (+8%).
Si nota poi una circostanza particolare: in media i comparti a specializzazione settoriale rendono meno dei geografici. Il rendimento medio è infatti negativo di quasi tre punti percentuali. Tra i pochi settori in attivo annoveriamo le energie tradizionali (+3,5%) l’agricoltura (+2%, raramente presente sul podio), le infrastrutture e le risorse naturali (circa +1,5%).
Per i prodotti obbligazionari invece in quadro è quasi neutro, ma si conferma in miglioramento rispetto ai periodi precedenti: salgono al 35% le categorie in attivo, contro il 24% precedente, con un rendimento medio che però è ancora lievemente negativo.
Il debito Usa è formalmente l’asset più performante per un portafoglio obbligazionario europeo, con risultati anche piacevoli, ma l’effetto è da attribuirsi esclusivamente al rafforzamento del dollaro che, paradossalmente, risulta penalizzato dalla contrazione dei bond a stelle e strisce.
Per quanto concerne gli strumenti passivi, i ritorni migliori sono registrati dalle posizioni a leva sulle commodities, short sull’obbligazionario e dall’esposizione alla volatilità.