Concluse le analisi sui dati di fine novembre 2021
Il mese si è rivelato il peggiore dall’inizio dell’anno, con solo il 10% degli indici FFI azionari a specializzazione geografica in attivo ed un rendimento medio di -2,28%, il più basso dal marzo 2020.
Tra le poche categorie in allungo troviamo gli Azionari Taiwan, che avanzano del 6,13%, seguiti dalle large cap growth USA. Queste ultime trainano gli Azionari Nord America.
Poco sopra alla parità troviamo le A shares cinesi e le small cap asiatiche.
Non va meglio sul piano settoriale, dove gli allunghi sono pochi e deboli (un quarto degli indici con un rendimento medio di -1,41%), e coinvolgono prevalentemente i metalli preziosi (+2,64%), le risorse idriche ed alcune specializzazioni ad elevato contenuto innovativo, quali robotica, telecomunicazioni ed IT.
Più confortante è invece il quadro sui comparti obbligazionari, nonostante l’ampliamento della dispersione dei rendimenti: circa i due terzi delle categorie variano in positivo, con una performance media del +0,46%. I migliori risultati sono messi a segno dai fondi esposti ai bond in Yen, in Renminbi ed ai governativi USA con elevate duration.
Nella top ten dei fondi azionari – che nonostante la pessima congiuntura dell’equity ricalca quasi perfettamente la classifica dei migliori dieci fondi di ogni tipologia – figurano prelopiù comparti focalizzati sul mercato taiwanese o sui titoli tecnologici.
I bond legati all’inflazione disegnano invece il ranking dei prodotti obbligazionari.
Per quanto concerne i comparti a ritorno assoluto, le strategie vincenti sono le long-short ed il market neutral.