Concluse le analisi sui dati di fine dicembre 2022.
Dopo un novembre entusiasmante per i mercati finanziari, l’ultimo mese dell’anno si rivela complessivamente negativo.
Tra i principali listini azionari solo un quinto risulta in allungo: le variazioni in valuta sono di entità importante e spaziano dall’immancabile record della Turchia (+10,68%) allo scivolone della Russia (-13,74%). Anche tra le commodities i movimenti sono di elevata entità: oltre ai balzi di nickel, soia e argento, si menziona anche l’ulteriore ritracciamento del gas naturale (-35%). L’Euro è in rafforzamento sulle principali valute.
L’overview sul risparmio gestito mette in luce uno scenario coerente: tra le categorie azionarie a specializzazione geografica domina la Turchia, che avanza del 7,33% in euro nel mese (a fronte di un rafforzamento della moneta unica del 3,16%). I mercati asiatici ed europei occupano le posizioni migliori, ma le performance in dicembre presentano prevalentemente il segno meno e sfiorano il -9% con le società growth statunitensi.
Anche i fondi settoriali disegnano una classifica in rosso, con gli affondi più gravi che colpiscono i settori a più elevato contenuto tecnologico ed innovativo.
Mese di flessione anche per gli asset obbligazionari, escludendo i mercati asiatici che riescono a generare qualche timido allungo. In fondo al ranking troviamo i bond USA: a pesare è anche l’indebolimento del biglietto verde del 2,87%. In generale i fattori che contribuiscono a limitare le perdite sono l’esposizione verso il debito corporate, ad elevato rendimento e con duration contenute.
Come spesso avviene, alcune peculiarità degli Etf consentono a questi ultimi di generare ritorni molto consistenti anche in condizioni di mercato particolarmente sfavorevoli: è il caso delle esposizioni short e dell’ampio utilizzo della leva che permette alle commodities di ottenere una performance del 30%.