Concluse le analisi sul secondo trimestre 2021.
Sul piano azionario si riscontra un lievissimo peggioramento rispetto al periodo precedente. Il protagonista è il Brasile, con performance medie di categoria poco superiori al 20%, a cui si associa un massimo draw down del 2,55%, decisamente contenuto rispetto alle altre categorie azionarie. Sul risulato rileva l’apprezzamento del real del 10,80% contro euro. Nel trimestre Europa, soprattutto se economia emergente, e Usa sovraperformano sui mercati asiatici; il focus su società growth rappresenta un ulteriore elemento di successo.
Tra le specificazioni settoriali – tutte in allungo – è il real estate Usa a dominare le classifiche, seguito dall’immobiliare europeo. IT, fintech e pharma compaiono tra le migliori categorie.
Sull’obbligazionario si riscontra, invece, un sensibile miglioramento, caratterizzato perlopiù da un aumento delle asset class in attivo, piuttosto che dall’aumento del rendimento medio, che rimane contenuto. Anche qui è il Brasile a generare i migliori ritorni, ma le sole dinamiche del Forex avrebbero determinato performance ancora superiori. Bene le emissioni dei mercati emergenti. Nel complesso si può affermare che i fattori determinanti non siano legati tanto alla duration, rispetto alla quale le classifiche si mostrano disordinate, quanto alla correlazione con l’equity: sono infatti i comaprti high yield e convertibili a popolare le prime posizioni. Si conferma il trend positivo anche degli inflation linked.
L’overview semestrale mette in luce la tonicità diffusa dei mercati azionari, orientati quasi ovunque al rialzo grazie all’allentamento delle restrizioni ed alla conseguente ripresa di produzione e consumi. Taiwan, a +24%, rappresenta la migliore tra le categorie FIDA a specializzazione geografica, e beneficia ancora del rally messo a segno nel primo trimestre, mentre nel periodo più recente l’allungo si è fermato al 5,81%. Anche le mid e small cap italiane figurano tra i migliori asset dall’inizio dell’anno, con performance anch’esse prossime al 24%. Coerentemente con il focus trimestrale, Europa e Usa corrono più dei mercati asiatici. La ridotta capitalizzazione di borsa rappresenta ovunque un fattore positivo, così come la concentrazione su società che producono utili e che presentano minori prospettive di crescita.
I comparti settoriali offrono i rendimenti più elevati. In particolare, le energie tradizionali con un ragguardevole +33%, recuperano definitivamente il crollo causato dall’esplosione della pandemia. In flessione troviamo unicamente i metalli prezioni e minerali, nostante l’espansione dell’ultimo trimestre.
Da ultimo l’obbligazionario, in chiaroscuro, lievemente peggiorato rispetto al semestre precedente. Gli Usa ottengono i migliori ritorni (in euro), intervallati dai mercati asiatici. Convertibili, elevati rendimenti e duration brevi definiscono il top delle classifiche.