Concluse le analisi sui dati di fine settembre 2022.
Un mese complessivamente negativo per tutte le asset class. Tra le commodities, grandi protagoniste dell’anno in corso, spicca il crollo del gas, che cede oltre un quarto del valore. Bene invece grano, argento e palladio. Il gas rimane in testa alle classifiche da inizio anno, con un allungo del 90%.
L’Euro risulta in lieve apprezzamento, nel mese, sulle principali valute come Yen, Sterlina e Yuan. Fa eccezione il Dollaro Usa, verso il quale ritraccia di circa 250 bp. Dinamiche analoghe, ma amplificate, estendendo l’orizzonte all’anno corrente.
I principali listini mondiali risultano in sofferenza: in settembre solo il Bovespa e l’Istanbul National 100 viaggiano appena sopra alla parità, mentre il resto della classifica è in rosso, anche pesantemente. Nel 2022 l’indice turco esplode del 70%, distanziando il resto delle borse, anche qui in grave flessione.
Gli indici rappresentativi del risparmio gestito si muovono coerentemente: tra le specializzazioni azionarie geografiche spicca la Turchia, che avanza dell’1% nel mese e del 48% da inizio anno. Il focus sulle large cap e sulle società di valore permette di contenere le perdite.
Gli asset obbligazionari non fanno eccezione. Le poche categorie in positivo sono focalizzate sul debito Usa a breve termine, portate in attivo esclusivamente dall’apprezzamento del biglietto verde. Nel 2022 è particolarmente evidente la sovraperformance, pur in terreno negativo, delle duration più contenute, maggiormente vantaggiose in periodi di rialzo dei tassi.
Il focus sui prodotti passivi permette invece di apprezzare performance di portata rilevante: grazie alle esposizioni short con leve elevate si supera al 90% di gain, ma allo stesso tempo spicca la volatilità dei rendimenti che, su tre anni, supera il 200%.