Agosto sui mercati finanziari tra rotazioni improvvise e leadership inattese
Il mese di agosto non ha premiato i soliti protagonisti della finanza globale. Le piazze sviluppate, da Wall Street all’Eurozona, hanno mostrato segni di stanchezza, mentre la leadership si è spostata verso comparti e aree tradizionalmente considerate periferiche. Un cambio di passo che, più che un fisiologico ritracciamento estivo, assomiglia a una vera e propria rotazione di mercato.
Azionari globali tra stagnazione e sorprese emergenti
Gli indici azionari mondiali large e mid cap hanno archiviato il mese con una sostanziale stagnazione (-0,1%). Gli Stati Uniti, epicentro della finanza mondiale, hanno corretto di quasi mezzo punto percentuale, ampliando la perdita su base annua (-3%). L’Eurozona ha limitato i danni con una performance invariata, ma è evidente la mancanza di catalizzatori in grado di sostenere il rally degli ultimi trimestri.
In controtendenza, l’America Latina ha brillato con un guadagno superiore al 5% nel mese e quasi +20% su base annua, confermandosi come la vera sorpresa del 2025. La Cina domestica (A Shares) ha registrato un +9% mensile, pur rimanendo zavorrata da debolezze strutturali. India e Corea hanno invece deluso con ribassi attorno al -4%, a testimonianza di una volatilità crescente nelle piazze asiatiche.
Settori in divergenza
Il quadro settoriale ha premiato i comparti legati alle materie prime. I metalli preziosi e minerali hanno messo a segno un exploit di quasi +18% in agosto e oltre +60% nell’ultimo anno, consolidando una leadership che ormai assume tratti strutturali. In ombra invece i settori high-tech: robotica e intelligenza artificiale hanno subito flessioni prossime al -2%, confermando che l’euforia iniziale si è trasformata in un percorso più accidentato.
Anche i comparti ciclici tradizionali hanno dato segnali contraddittori: la finanza globale si è distinta per resilienza (+0,6% nel mese, +11% su base annua), mentre l’energia e i beni e servizi industriali hanno mostrato un tono incerto. L’immobiliare resta schiacciato da tassi ancora elevati, incapace di generare valore relativo.
Obbligazionari in difficoltà
Il mercato obbligazionario continua a fare i conti con duration eccessive e rendimenti volatili. I governativi dell’Eurozona oltre i dieci anni hanno perso quasi il 2% nel mese, mentre le emissioni in sterline e i bond globali hedged in USD hanno seguito a ruota. Più resilienti le obbligazioni emergenti denominate in euro (+1,4%) e le convertibili asiatiche (+2,6%), che confermano la preferenza degli investitori per segmenti più ibridi e flessibili.
Valute dominati da un euro tonico
Sul mercato valutario l’euro ha messo in scena un rafforzamento diffuso. Il cambio con il dollaro ha guadagnato quasi il 2% nel mese e oltre il 12% nell’ultimo anno, mentre la moneta unica si è apprezzata anche contro rupia indiana e dollaro neozelandese. Le uniche eccezioni sono arrivate dal real brasiliano e dalle valute nordiche, che hanno strappato lievi rimbalzi. La lira turca resta in caduta libera, con una svalutazione a tre anni superiore al 160%, segnale di fragilità endemica.
Agosto ha ribaltato molti dei paradigmi consolidati. Non hanno brillato le big tech né le piazze statunitensi, mentre a dettare il ritmo sono stati i metalli preziosi, l’America Latina e la moneta unica europea. Un mese che ricorda a tutti gli investitori quanto sia illusorio affidarsi a narrative lineari: i mercati vivono di rotazioni improvvise e leadership inattese, e solo chi resta flessibile e attento al contesto macro può intercettare le nuove direttrici di valore.