LU0674140123
Mid & Small Cap: una buona opportunità di diversificazione.
Categoria FIDA: Azionari Usa – Mid & Small Cap Value
Il mercato delle aziende a piccola e media capitalizzazione è generalmente caratterizzato da una reattività ai movimenti di mercato più marcata rispetto alla generalità dei titoli ed in particolare delle large cap, le società a grande capitalizzazione con conseguenze potenzialmente positive sui rendimenti cui sono correlate però quelle negative dal punto di vista del rischio.
Negli Stati Uniti il segmento ha beneficiato del dinamismo dell’economia statunitense e del lungo periodo di crescita dei corsi. L’abbondanza di venture capital disponibile per finanziare idee innovative è un altro elemento che ne agevola la crescita in quest’area. Le recenti politiche USA hanno infine contribuito ulteriormente anche allo sviluppo del mercato delle mid e small cap: da una parte tramite la riduzione delle tasse, dall’altra i tassi bassi applicati dalla FED hanno certamente dato una spinta agli investimenti e favorito l’accesso al credito.
Le strategie di tipo value puntano a scegliere le società con modelli di business stabili che siano tendenzialmente capaci di generare risorse in maniera costante nel tempo e meno esposta ai rischi.Il Robeco US Select Opportunities Equities I USD è tra i migliori fondi della categoria FIDA Azionari Usa – Mid & Small Cap Value, che raggruppa appunto gli strumenti con politiche di investimento che combinano tali caratteristiche. (vai alla scheda del fondo su FondiDOC).
Politica d’investimento
Si tratta di un fondo a gestione attiva che investe il 75% della massa gestita in una pluralità di titoli azionari di società con capitalizzazione di mercato considerata media, superiore a 750 milioni di dollari con sede o attività negli Stati Uniti. Il restante 25% degli attivi può essere investito in qualsiasi altro strumento finanziario compresi strumenti derivati, i quali sono impiegati sia in ottica di copertura che speculativa. Il comparto seleziona i titoli mediante una strategia di tipo “value”, ovvero investendo in società con una storia solida, buoni risultati nel passato e ritmi di crescita più moderati rispetto ai “growth”, ma più costanti nel tempo. E’ a gestione attiva e utilizza come benchmark ufficiale il Russell Mid cap Value Price Index, il quale misura la performance del segmento delle società di media dimensione dell’universo azionario USA.
Analisi storica
A partire dal lancio avvenuto nel 2011, il fondo ha ottenuto un rendimento complessivo pari all’89%, che annualizzato corrisponde circa ad un ottimo 13%. Il trend è stato generalmente rialzista, intercalato da correzioni avvenute in prossimità delle correzioni delle Borse come la massima perdita realizzata a cavallo del 2016 poco superiore al 23% o il draw down di fine 2018 arrivato a circa il 19%. Tali risultati, naturalmente, trascurano la mancanza di dati relativi alla crisi del 2007-2008, anni in cui il fondo non era ancora quotato, e rappresentano un periodo particolarmente positivo per i mercati sostenuti dalle politiche monetarie espansive. Assumendo come rappresentativo l’indice di categoria FIDA, il massimo drawn down storico arriva infatti al 50%, un ordine di grandezza da considerare una sorta stress test che misura il rischio in caso di contesti particolarmente tesi.
Pur in un periodo favorevole, come lecito attendersi, la volatilità è anch’essa piuttosto elevata, superiore al 23% sull’intera storia disponibile confermando la maggiore aggressività della categoria rispetto al mercato.
Analisi competitiva
La classe del comparto analizzata è di tipo istituzionale con i noti vantaggi legati al profilo di costi particolarmente vantaggioso che caratterizza questa tipologia di strumenti.
Rispetto alla totalità dei fondi della categoria, considerando tutte le classi, risulta essere tra i migliori posizionandosi sempre nel primo quintile per tutti gli indicatori principali di rendimento, volatilità e RAPM, sia nel breve termine che per orizzonti temporali più ampi. Unica eccezione il draw down realizzato nel 2019 che comunque si posiziona nel secondo quintile.
Il confronto con i soli fondi istituzionali della categoria, come detto generalmente favoriti nei piani commissionali, fotografa una situazione in cui la classe analizzata domina per rendimento su tutti gli orizzonti temporali, collocandosi però nelle ultime posizioni in termini di volatilità. Considerandoli congiuntamente si conferma la qualità dello strumento, con un indice di Sharpe che ne evidenzia anche in questo caso l’eccellenza.
Sintesi
Il prodotto analizzato è particolarmente rischioso per essere di natura azionaria e focalizzato su un segmento volatile. Rispetto al mercato speculare, quello della large cap, pur trattandosi di strategie value, le performances di mercato in cui investe il comparto possono essere superiori avendo però come conseguenza negativa un innalzamento della volatilità. Proprio per questo motivo il livello di rischio individuato dall’indicatore SRRI è pari a 5, implicando una propensione al rischio piuttosto alta.
Per la specificità dell’investimento l’orizzonte temporale è tipicamente di medio-lungo termine, approccio tipico di allocazione del capitale nel mercato azionario ed in particolare nelle PMI.
La tipologia d’investimento implica conoscenze approfondite sul mercato e sulle singole società, rendendo particolarmente efficace l’investimento attraverso strumenti di risparmio gestito con adeguate strutture di analisi e gestione. La strategia di tipo attivo amplifica tale funzione.
Infine, questa tipologia di fondi è particolarmente adatta ad essere collocata in portafogli diversificati.
Costi e struttura del comparto
Il comparto è costituito tre principali classi con tutte le loro articolazioni: regular share, privileged share e institutional share. Caratteristica comune è l’opzione ad accumulazione o distribuzione del capitale su più orizzonti temporali (mensile, quadrimestrale, annuale).
La prima è accessibile a tutti gli investitori e presenta le commissioni di gestione maggiori, pari al 1,50%. La privileged share ha invece costi di gestione pari allo 0,75% ed è distribuita solo a soggetti con particolari requisiti che acquistano le quote mediante intermediari specializzati. Infine la institutional share (classe I, quella analizzata) presenta il minor costo di gestione (0,70%) ed è riservata esclusivamente a investitori istituzionali.
Ti interessano le ultime analisi? Le trovi qui.