Novembre si è rivelato un mese davvero gratificante per i mercati e il risparmio gestito ne ha cavalcato l’andamento. Da evidenziare il rally del biotech, che ha sfiorato il 12%, seguito a distanza dal pharma
Quello da poco concluso si è rivelato un mese davvero gratificante per i mercati, nonostante non siano mancate flessioni diffuse, ma prontamente recuperate. In linea di massima, i migliori risultati hanno interessato l’Europa continentale e gli Usa, ma anche l’Europa mediterranea, Italia in primis, non ha deluso. Mentre le piazze scandinave si sono mosse in prossimità dalla parità, sono stati invece i listini asiatici a cedere.
Il risparmio gestito ha ricalcato e cavalcato l’andamento dei mercati e ne ha intensificato i movimenti. La gestione attiva ha permesso infatti di ottenere ritorni sistematicamente superiori a quelli del mercato di riferimento, anche con riferimento alle aree esposte a valute diverse dall’euro, nonostante si sia deprezzato.
Nonostante la lira turca si sia rafforzata di circa 50 bp contro la moneta unica, l’indice di categoria del mercato turco ha messo a segno il 9,80%. Dai ranking è emerso che, a prescindere dall’area geografica, le società a medio-piccola capitalizzazione hanno sovraperformato le large cap.
L’overview ha mostrato un momento particolarmente positivo per la quasi totalità dei comparti focalizzati su specifici temi o settori, con variazioni anche superiori al mese precedente. Salta immediatamente all’occhio il rally del biotech, che ha sfiorato il 12%, seguito a distanza dal pharma, probabilmente interessato da dinamiche simili. IT, finanza, industria e consumi, tipicamente ciclici, figurano tra i top ten. In flessione, invece, i metalli preziosi, trascinati dall’oro che si sta raffreddando dopo mesi di corsa.
Degne di nota anche le performance delle principali asset class obbligazionarie, in miglioramento. Il debito Usa cresce mediamente più di quello europeo e anche i comparti focalizzati sul debito cinese allungano in modo sensibile. A cedere sono stati principalmente i bond governativi a lunga scadenza dell’Eurozona. L’elevato rendimento e gli short term si sono rivelati fattori di successo.
Non si rilevano particolari novità sul fronte delle politiche monetarie, principale driver dei mercati. Negli Usa non sono previsti ritocchi ai tassi per il prossimo anno, mentre da questo lato dell’oceano il primo intervento della Lagarde si è rivelato perfettamente in linea con lo stile pacato ed accomodante del suo predecessore.
Monica F. Zerbinati
Leggi l’articolo completo su www.we-wealth.com