Concluse le analisi sui dati di fine giugno 2023.
Un mese contraddistinto da una forte decorrelazione tra asset azionari, positivi in quasi nove casi su dieci, ed asset obbligazionari, in rosso per quasi il 60%. Nel primo caso le performance non sono esplosive, ma l’allungo coinvolge quasi tutto l’equity.
Gli azionari Brasile sono la migliore categoria con un brillante +12%, scomponibile nel 9% di allungo del Bovespa ed un contestuale rafforzamento del real del +3%; il Paese carioca trascina anche gli azionari America Latina.
Il miglior listino azionario, tuttavia, è quello turco, con l’Istanbul National 100 a +18%, che però, a causa del crollo del 28% della lira turca, porta in rosso del 5% i comparti focalizzati sull’Asia Minore: una perdita contenuta grazie alla gestione attiva dei prodotti.
In generale, gli Usa sono l’area più performante del mese, seguiti da Asia ed infine Europa: l’Italia fa eccezione ed allunga di quasi il 7%.
La finanza è il miglior settore, seguito da beni e servizi industriali ed energie tradizionali. Niente male anche materie prime e chimiche, nonchè le risorse naturali. Tra le commodities si evince un’ampia dispersione dei risultati, che premia quelle coinvolte nei processi produttivi e penalizza i metalli preziosi.
Più controversa l’impostazione dei mercati obbligazionari. Anche qui, non si individuano variazioni di entità significativa, ma la maggior parte degli indici di categoria presentano ritracciamenti, pur non molto distanti dalla parità. Le emissioni in euro, soprattutto se legate ad economie emergenti, popolano le posizioni migliori, mentre quelle Usa scendono, minate dal 2% di cedimento del biglietto verde.